Diversamente liberi n. 105-106 Febbraio-Marzo

Diversamente liberi n. 105-106 Febbraio-Marzo


Un numero doppio e denso di riflessioni potremmo dire filosofiche: nelle gialle e solari pagine centrali Mario Menichini ci racconta come nei sabati delle riunioni di redazione ad Eboli i volontari propongano meritoriamente una riflessione su quale sia il verbo più potente: volere, potere, fare, amare, agire? E tutti convergono su scegliere. E le riflessioni si aprono sul senso della scelta: per Antonio Falco il libero arbitrio è la possibilità di raddrizzare i percorsi negli errori, Mario Martinelli non ha dubbi, per riprendere al meglio il proprio cammino occorre scegliere di studiare e d’impegnarsi e Gennaro Capone rinforza guardando, oltre gli studi, alla scelta delle persone di cui circondarsi, mentre ancora lui, in altra parte del giornale ci racconta di come nei sogni e negli incubi di chi è in carcere, forse, emergono rimorsi ma anche desideri e senso di libertà; ancora Antonio ci porta a riflettere sulla necessità di essere liberi anche dai pregiudizi, attraverso la cultura e tutto ciò che ci apre la mente. E ancora filosofiche, pratiche e profonde sono le riflessioni di nuovo di Mario Menichini sull’effimero e sul consumismo, mentre Pasquale Federico da una parte ci racconta della forza di capire i propri errori, di comprendere le proprie difficoltà, di chiedere scusa e di non smettere di cercare di essere in pace col mondo e con se stesso, mentre in altro articolo ci racconta della forza che può dare anche un grande amico dell’uomo, un cane abbandonato ed accolto in casa, accompagnato fino ai suoi ultimi giorni con affetto e calore. E mentre il nostro cuore vola pensando che in questo istituto si coltiva davvero la capacità dei suoi ospiti di guardare al mondo con il distacco che serve a tornarci rinnovati e forse risanati, i numeri del carcere ci portano all’amara realtà italiana, che ci vede condannati dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per i trattamenti inumani delle nostre carceri, con numeri che fanno impallidire e che, insieme ai suicidi, ci fanno scivolare quasi ai livelli della Russia e la Turchia in una tristissima e vergognosa classifica. Meno male che la bellezza della copertina di Anna Coppola, la luminosa e ariosa grafica di Nicola e del suo UNIK DIGITAL DESIGN STUDIO, i racconti sui luoghi accessibili della cultura di Benedetta Avagliano, le riflessioni di Manuela Botticelli sul ritorno del latino nelle scuole medie, sulle serie tv e sul cinema, il teatro, la letteratura e la psiche, gli aromi delle canzoni di un tempo a cui ci riporta poeticamente Ivano Ciminari, infine il fantastico Angelo, professore “che si vendica” di essere stato uno studente escluso diventando un insegnante che “sa farsi amare includendo”, raccontato da Fulvio Mesolella, ci mostrano un mondo che rinfranca e riapre ancora le porte alla speranza.

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